venerdì 11 novembre 2011

Wiki Mobbing. Il caso del dott. N. (e-mail inviata all'ing. Daniele B. il 4.2.2011)


Il caso del dott. N. .


Mobbing. I nomi possono cambiare, gli episodi possono cambiare, ma sembra che il mobbing sia un processo preciso e inarrestabile. O no? 

(e-mail inviata dal dott. N.L. all'ing. D.B. il 4 febbraio 2011)
 


Daniele,

facendo seguito a quanto mi hai comunicato per le vie brevi in relazione ai permessi a recupero in ingresso dei quali ho finora usufruito (ingressi dopo le ore 10:00), ti preciso che:

  • a partire dal 2005 usufruisco dello spostamento in avanti dell’orario d’ingresso (ingresso fisso alle 10:00); a causa di tale spostamento, che mi è stato praticamente “imposto” dal mio precedente Capo Area DSSA per ragioni non del tutto chiarite, ho perso il diritto alla “flessibilità” in ingresso (ingresso dalle 7:30 alle 9:00); il fatto di poter lasciare il lavoro solo dopo le 18:10 mi ha causato, tra il 2005 e il 2007, significativi problemi a livello di vita personale e di relazione;

  • preciso che il permesso di spostare in avanti l’orario d’ingresso, basato sull’Art. 28, Nota 4, del Regolamento del Personale, non sembra richiedere particolari giustificazioni di tipo medico/sanitario, a patto che sia compatibile con le esigenze di organizzazione del Servizio; ad esempio ne usufruisce, a partire dal 2001, anche l’ing. De Caro, che non mi risulta abbia particolari problemi di salute;

  • lo spostamento in avanti dell’orario d’ingresso (nel mio caso, ingresso alle 10:00) fa perdere il diritto alla flessibilità in ingresso, ma ovviamente lascia il diritto ai permessi a recupero in ingresso (Art. 31, Comma 3 del Regolamento del Personale); inoltre mentre, stando al Regolamento, i permessi a recupero dovrebbero essere accordati (di norma nel limite di due ore settimanali) solo per motivate esigenze personali e familiari; in realtà, molti dipendenti (anche di livello direttivo) del CDM usufruiscono di tali permessi durante l’intervallo di pranzo semplicemente per andare a fare jogging, andare in palestra, o seguire corsi di ballo;

  • stando al Regolamento del Personale, oltre ai permessi a recupero in ingresso (di norma, ma non necessariamente, fino a due ore settimanali), i dipendenti possono usufruire anche di: permessi sanitari (cod. 28, fino a 37 ore e 30 minuti all’anno), congedo frazionato per festività soppresse (6 giorni, ovvero 45 ore all’anno), Banca delle Ore; facendo qualche calcolo sommario, queste altre tipologie di permessi corrispondono ad almeno un centinaio di ore all’anno, ovvero a due ore di permesso a settimana; per questi permessi, il Regolamento non sembra imporre una distribuzione particolare; ovvero, leggendo il Regolamento sembra che queste quattro ore complessive settimanali, se compatibili con le esigenze di servizio, possano essere tutte dedicate a permessi in ingresso;

  • a partire dal 2007 ho avuto vari (documentati) problemi di tipo medico/sanitario, che mi hanno costretto ad usufruire di tutte le tipologie di permesso prima elencate (permessi sanitari, permessi a recupero, ecc.) arrivando ad accumulare, negli ultimi due mesi del 2010, addirittura qualche ora di negativo; tali problemi sono stati peraltro ampliamente documentati;

  • per quanto al momento (inizio 2011) la mia situazione medico/sanitaria sia in via di miglioramento, temo che avrò bisogno, ancora per diversi mesi, di almeno due ore complessive settimanali di permessi a recupero in ingresso, a partire dall’orario d’ingresso attualmente concordato (le 10:00); ti prego quindi di farmi sapere, sulla base della certificazione sanitaria che ti allegherò, se ritieni che io abbia diritto, o meno, alle due ore settimanali di permessi a recupero previste (di norma) dal Regolamento; ovviamente ti prego di tener conto, nella tua risposta, del fatto che diverse persone del CDM, ed anche della Divisione, usufruiscono di permessi a recupero (durante l’intervallo di pranzo) semplicemente per andare a fare jogging o per seguire corsi di ballo; le motivazioni per i miei permessi a recupero sembrano (almeno a me) decisamente più serie.


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