domenica 27 novembre 2011

L'IBM e l'olocausto


E' ormai introvabile in Italia il libro di Edwin Black del 2001: "L'IBM e l'olocausto", che descrive il ruolo svolto dall'IBM nel censimento e nella deportazione degli ebrei durante il nazismo. Peccato, perchè i temi del libro (il ruolo che le tecnologie informatiche possono avere a supporto dei sistemi totalitari) sono sempre drammaticamente attuali: basti pensare al caso della Cina, che per diversi anni ha controllato direttamente Google.

Il libro di Edwin Black descrive in modo dettagliato e documentato il ruolo svolto dall'IBM, attraverso la sua sussidiaria tedesca Dehomag, nel censimento della popolazione tedesca del 1933, che portò alla schedatura di milioni di ebrei. All'epoca i computers elettronici non esistevano, e le informazioni del censimento venivano registrate su schede perforate, che poi venivano elaborate con selezionatrici elettromeccaniche. Tutta la tecnologia necessaria (schede perforate, macchine perforatrici, macchine selezionatrici) era stata fornita dall'IBM. All'epoca la Germania era il maggiore cliente IBM dopo gli USA. Thomas J. Watson, il fondatore dell'IBM, si recò più volte in Germania per seguire personalmente il lavoro della Dehomag durante il censimento organizzato dai nazisti.



Per ogni gruppo etnico (ebrei, zingari ecc.) sulle schede perforate IBM c'era un apposito codice numerico. Le informazioni registrate sulle schede, elaborate per mezzo delle selezionatrici elettromeccaniche IBM, permisero di individuare e deportare milioni di ebrei verso i campi di concentramento in tempi rapidissimi, impensabili per l'epoca senza la tecnologia fornita dall'IBM. In particolare, grazie alle selezionatrici IBM i nazisti riuscivano a individuare con estrema efficienza le persone con cognome tedesco ma discendenti da famiglie ebraiche.


Un poster pubblicitario Dehomag del 1934 rappresentava un occhio che,   emettendo un raggio di luce,  scrutava una città dal cielo. Sul poster c'era anche il profilo di una scheda perforata IBM. Nell'insieme, l'immagine era decisamente inquietante. Lo slogan del poster recitava più o meno: "Potete controllare tutto con le schede perforate Hollerith". Le schede perforate IBM all'epoca si chiamavano "schede Hollerith", dal nome del loro inventore, l'americano Hollerith.

I rapporti tra Thomas J. Watson, il "boss" dell'IBM, e Adolf Hitler, restarono ottimi fino allo scoppio della guerra tra USA e Germania. Nel 1937 Hitler assegnò addirittura a Watson un alto riconoscimento nazista, l'"Ordine dell'Aquila Tedesca",  che Watson restituì ufficialmente alla Germania solo nel 1940, quando la guerra tra USA e Germania stava per essere dichiarata. Il riconoscimento era più che meritato: in quegli anni l'IBM deteneva il monopolio sulla tecnologia della schede perforate, e senza la tecnologia IBM difficilmente le idee deliranti di Hitler si sarebbero concretizzate in un sistema così efficiente per la  deportazione e lo sterminio di milioni di ebrei tedeschi.



L'IBM mantenne il controllo della Dehomag fino al 1941, quando gli USA dichiararono guerra alla Germania. Dopo la seconda guerra mondiale, la Dehomag rientrò tra le sussidiarie dell'IBM.

Nel 2001, dopo la pubblicazione del libro di Edwin Black, l'IBM versò tre milioni di dollari a un fondo speciale tedesco creato per risarcire le vittime dell'Olocausto. Il libro di Edwin Black, esaurito in Italia, è comunque disponibile in inglese, in formato e-book.

Il filmato che segue, in inglese, riporta interviste ad alcuni intellettali americani (tra cui il filosofo Noam Chomsky, il regista Michael Moore e l'autore del libro, Edwin Black) sul rapporto tra nazismo e multinazionali americane nel periodo precedente la seconda guerra mondiale, e sul ruolo svolto dall'IBM durante l'Olocausto.



Il regista Michael Moore ricorda, nel filmato, che prima della seconda guerra mondiale diverse  multinazionali americane (Standard Oil, Coca-Cola, Ford, IBM) erano in ottimi rapporti con il fascismo ed il nazismo. Questo era più che comprensibile: quale sistema migliore di una dittatura per incrementare la produttività aziendale? C'è però una differenza fondamentale tra le altre multinazionali e l'IBM. La Standard Oil produceva prodotti petroliferi, la Coca-Cola produceva bevande, la Ford produceva auto. L'IBM, invece, si occupava soprattutto di registrazione e controllo delle informazioni, un settore fondamentale per ogni dittatura degna di questo nome. Ed oggi la tecnologia ha fatto enormi progressi. L'immagine qui sotto è tratta da una pagina Web dell'IBM USA, per il settore "Public Safety".




Due elementi ricordano quelli del poster Dehomag del 1934: una città vista dal cielo, un raggio di luce. Ma invece della scheda perforata c'è un'impronta digitale. Qualcosa è cambiato.




Per approfondire:




http://www.guardian.co.uk/books/2001/feb/18/historybooks.features

11 commenti:

  1. dove posso trovare questo libro? abito al nord.

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    1. ciao, ne vendo una copia,
      robydefra@yahoo.com

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    2. Ciao. Volevo sapere se avevi acquistato questo libro e se saresti diposta a vendermelo.

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  2. Mi dispiace, il libro in italiano è ormai fuori stampa. Se conosci bene l'inglese, puoi acquistare la versione inglese, in formato ebook (kindle), su Amazon.

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  3. Ciao, ne vendo una copia in perfette codizioni,
    per 18 euro più 2 euro di spedizione oppure consegna a mano a Milano.

    scrivimi
    robydefra@yahoo.com

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    1. anche io sto cercando questo libro se qualcuno lo vende mi può dire?

      e-mail: reby9582@hotmail.it

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  4. Anch'io sto cercando una copia del libro. Abito ad Arezzo
    archprosperi@gmail.com

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    1. Sto cercando una copia di questo libro. Per caso ne hai una copia?

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    1. Si può trovare solo in inglese, in formato ebook (kindle), su Amazon

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