lunedì 2 gennaio 2012

Hitler è ancora tra noi? (The Gernsback Continuum)



Qualche settimana fa ho letto per caso un post di Wu Ming (L'Occhio del Purgatorio, la Rivolta e l'Utopia) che analizzava un racconto di William Gibson del 1981: The Gernsback Continuum. Il tema del racconto mi è sembrato interessante: è la storia di un fotografo che, dopo aver realizzato un servizio sull'architettura "futuristica" americana degli anni '30, si ritrova intrappolato in visioni di una sorta di "futuro parallelo", popolato da gigantesche autostrade a corsie multiple, enormi dirigibili Zeppelin, e biondi automobilisti ariani. Per salvarsi da queste visioni di una realtà parallela, il protagonista, su consiglio di un amico, si rifugia nella letteratura porno e nelle storie "pulp". Il testo completo del racconto di Gibson, in inglese, è reperibile qui.

Il tema di una realtà "parallela", una realtà in cui hanno vinto i nazisti, non mi sembra così fantascientifico. Dopotutto, fino alla Seconda Guerra Mondiale, i rapporti tra Hitler e l'IBM (guidata da Thomas J. Watson, ritratto nella foto precedente assieme ad Hitler) erano ottimi. L'IBM ha fornito, con la tecnologia delle schede perforate, un contributo determinante alla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento. Fino alla Seconda Guerra Mondiale, la Germania di Hitler è stata il secondo maggior cliente dell'IBM, subito dopo gli USA. Dopo la guerra, il nazismo è stato sconfitto, ma l'IBM ha fatto ottimi progressi. Forse viviamo davvero in una realtà parallela. Forse bisogna imparare a leggere tanti piccoli segnali segnali. O imparare a non leggerli, per non esserne perseguitati. Un pò come ha fatto il protagonista del racconto di Gibson, The Gernsback Continuum.

A volte le nostre visioni possono essere veramente persecutorie, veramente difficili da ignorare. C'é stata la strage di senegalesi, a Firenze, nel dicembre 2011, ad opera di Gianluca Casseri, un militante di CasaPound. Gad Lerner ha pubblicato sul suo blog un post da titolo inquietante: "Un Natale che piacerebbe a Hitler?". Siamo sicuri di non vivere in una "realtà parallela", dove hanno vinto i nazisti? Una realtà simile a quella del racconto di Gibson? Possiamo fare qualcosa per difenderci? Forse sì. Dopotutto, ai tempi di Hitler Internet e il blogging non erano ancora stati inventati.

Sicuramente Internet e il blogging non sono la panacea per tutti i mali, ed è sbagliato contare troppo sulla tecnologia. Ma se Internet e il blogging ci fossero stati ai tempi dei nazisti, forse le cose sarebbero andate un pò meglio. Non voglio essere superficiale e semplicista. Forse sono solo un pò visionario. Ma le schede perforate e i computer mainframe dell'IBM mi sembrano molto "di destra". Invece Internet, il PC e il libero blogging mi sembrano molto "di sinistra". Finchè non ce li tolgono.

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