venerdì 2 dicembre 2011

Quanti sanno che il latte può far male?



Da diversi anni sono vegetariano per ragioni etiche (non mi va di mangiare carne proveniente da animali che hanno sempre vissuto in allevamento, senza mai vedere la luce del sole) e a casa uso solo prodotti vegani (niente latte, uova e derivati).

Chiunque diventi vegetariano per ragioni etiche alla fine diventa vegano. Infatti gli animali che producono latte e uova negli allevamenti sono sfruttati anche peggio degli animali da carne. Fino a qualche mese fa io non ero così rigoroso, e quando ero fuori casa ogni tanto mi concedevo prodotti contenenti mozzarella o formaggio. Da qualche mese ho rinunciato completamente a mangiare questi piatti, anche fuori casa. Anche a costo di mangiare solo riso in bianco. E ... ho scoperto che sto molto meglio! Sono dimagrito (prima ero un pò sovrappeso), dormo meglio, digerisco meglio. 

Al di là dei discorsi etici, ho capito che latte e derivati mi facevano proprio male. La pubblicità non lo dice, ma il latte non è un alimento salutare per tutti:  molti adulti (circa il 50% della popolazione) non lo digeriscono. La capacità di digerire il latte deriva da un adattamento genetico piuttosto recente, che risale a non piú di 7000 anni fa. La maggior parte degli adulti nordeuropei digeriscono il latte, ma quasi nessuno degli africani, o dei cinesi, è in grado di assimilarlo. Nel secolo scorso, il latte di mucca era sconosciuto in Cina, e i cinesi non sopportavano gli europei (missionari, militari) che si cibavano di latte e latticini. I cinesi erano in grado di riconoscere gli europei semplicemente dall'odore: affermavano che "puzzavano di latte rancido".

Due sono le sostanze contenute nel latte di mucca che possono produrre facilmente problemi alla salute (intolleranze, allergie): il lattosio e la caseina.
Se non viene digerito, il lattosio viene fatto fermentare dalla flora batterica intestinale, con produzione di gas e diarrea. Un altro dei sintomi più comuni dell’intolleranza al lattosio sono i dolori addominali di tipo crampiforme.

La caseina è un alimento difficile da digerire per l'uomo (infatti serve a nutrire i vitelli, non gli uomini) ed ha il difetto di essere una sostanza molto persistente nell'intestino (infatti è usata dalle industrie chimiche per produrre collanti). Le caseine sono sostanze idrofobiche, e all'interno dell'intestino tendono a riunirsi insieme formando degli aggregati dove vengono intrappolate diverse sostanze, tra cui il calcio (questo fenomeno potrebbe favorire l'osteoporosi), diversi enzimi ed altro ancora.


Il latte, cibo definito "puro e perfetto" a causa del suo alto contenuto di calcio, di proteine e di profitto, sta venendo rapidamente smascherato come qualcosa che non è affatto perfetto come siamo stati indotti a credere. Infatti molti nutrizionisti e molti degli stessi consumatori, hanno iniziato a ricredersi circa la sua importanza e persino sulla sua sicurezza come cibo da usarsi tutti i giorni.


Ai problemi derivanti dal latte "in sè" si aggiungono quelli derivanti dall'allevamento industriale delle mucche. Infatti il latte delle mucche d'allevamento è infarcito di ormoni (usati per aumentare la produzione di latte) e antibiotici (somministrati letteralmente  a tonnellate negli allevamenti).


La vita media all'aria aperta per le mucche da latte è di 20 anni, in allevamento (chiuse in stalla) la vita media s'aggira intorno ai cinque o sei anni. Per produrre a ritmi intensivi latte e vitelli, solo il 25% degli animali riesce a raggiungere sette anni d'età.


La dieta naturale delle mucche è l'erba da pascolo, ma nell'allevamento industriale si utilizzano: spazzatura, rifiuti non solidi tritati, letame e feci animali, residui intestinali della macellazione di altri animali. In sostanza si stravolge l'alimentazione di un animale erbivoro, inserendo sostanze di origine carnea e organica che provocano conseguenze terribili. Tutte queste sostanze finiscono nella carne e nel latte.


A proposito di guadagni fatti senza scrupoli, è clamoroso il caso del siero del latte, un sottoprodotto di scarto della lavorazione dei formaggi. Di colore verdognolo e con un odore nauseabondo, alla fine degli Anni Settanta, negli Stati Uniti, non fu più possibile scaricarlo nel sistema fognario perché vennero approvate severe leggi che vietavano questa pratica, in quanto il siero del latte è molto inquinante. Vietarono anche di scaricarlo nei corsi d'acqua, per non privarli di ossigeno e quindi provocare la morte della flora e della fauna. Allora le aziende casearie si inventarono di "scaricarlo" negli alimenti industriali (minestre liofilizzate, cacao, impasti per dolci, margarina, purea di patate, sughi, condimenti, alimenti per l'infanzia, pane, ecc.) e da quel momento iniziarono a vendere "cibi spazzatura" e continuano a farlo con grande successo, grazie alla pubblicità martellante.
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