venerdì 28 settembre 2012

Attentato Brindisi, l'assicurazione non paga. «Le ustioni? solo danni estetici»


La denuncia dell'avvocato Resta che assiste le famiglie di alcune delle ragazze ferite nell'attentato del 19 maggio



BARI - Sono «danni estetici»: i segni indelebili delle ustioni riportate dalle ragazze dell'istituto Morvillo, cicatrici che forse non spariranno mai, sono considerate alla stregua di inestetismi e,quindi, le ragazze, ancora adolescenti, che il 19 maggio scorso alle 7.42 sono state colpite mentre stavano per varcare i cancelli della loro scuola, non saranno risarcite. A meno che, con le ustioni, non abbiano subito «danni funzionali».

Lo ha fatto sapere la compagnia assicurativa con cui l'istituto Morvillo Falcone di Brindisi ha stipulato la polizza assicurativa per gli eventuali infortuni dei ragazzi. Mauro Resta, l'avvocato di alcune delle studentesse, sembra non crederci quando ne dà notizia: «In questi giorni sono in corso le visite medico legali per stabilire l'entità delle conseguenze fisiche riportate dalle ferite. Ci hanno fatto già sapere, però, che le ustioni non verranno inserite nel computo dei danni da liquidare».


Del resto la polizza assicurativa è stata stipulata in tempi non sospetti, si tratta di una firma di routine, apposta in calce a un contratto quando nessuno poteva immaginare che nella scuola dovesse verificarsi un'esplosione così violenta da uccidere una sedicenne, Melissa Bassi, e ferire almeno altre nove persone, cinque delle quali hanno trascorso un lungo periodo di degenza in ospedale. È così: se per via delle lesioni da ustione riportate viene rilevata una menomazione, allora si tratta di «danni funzionali», per cui è prevista la liquidazione. Diversamente no, sono «danni estetici» e allora non si tratta a tutti gli effetti di un infortunio.


La compagnia assicurativa scelta dalla scuola Morvillo ha sin da subito fornito disponibilità a liquidare in fretta gli importi che andavano stabiliti al termine di una perizia medico-legale, per la quale è stato rapidamente conferito l'incarico al consulente Antonio Carusi. I legali che assistono le famiglie stanno seguendo da vicino l'evolversi della vicenda. «Abbiamo apprezzato - spiega Resta - ma abbiamo dovuto arrenderci poi all'evidenza dei fatti, riportata peraltro nel testo del contratto».


«Sono segni permanenti quelli che queste ragazze portano sulla propria pelle per via delle gravissime ustioni subite - aggiunge il legale - e non è possibile che non le si consideri come una mutilazione». Un aiuto economico è stato garantito agli studenti feriti dalla Regione Puglia che, attraverso l'assessore alla Protezione civile, Fabiano Amati, ha fatto sapere che chiederà alla Procura la lista completa delle parti offese per estendere a tutti gli aventi diritto il contributo erogato per sostenere le famiglie che devono ora pagare cure costosissime. Le pomate che servono alle ragazze, ad esempio, sono considerate cosmetici e quindi non è prevista alcuna esenzione.


Altra vicenda è poi la storia di Anna Canoci, che ha perso quasi del tutto l'udito e deve partire per Pisa, per sottoporsi a visite mediche specialistiche, nella speranza di recuperare almeno un pò ciò che le è stato strappato via con la violenza.


La mattina del 19 maggio scorso dinanzi alla scuola Morvillo Falcone ci furono due boati. Un uomo aveva in mano un telecomando: tre bombole riempite con polvere pirica furono fatte saltare in aria. Le conseguenze sono state devastanti: Melissa non c'è più. Veronica è tornata a casa domenica sera dopo aver trascorso giorni sospesa tra la vita e la morte. Altre loro amiche, tra le quali la sorella di Veronica, sono tornate a casa dopo settimane di ospedale. Le ragazze ferite sono nove in tutto e non dimenticheranno mai più quell'incubo, anche se la chirurgia dovesse riuscire un giorno a cancellare i loro 'danni estetici'.
Lunedì 06 Agosto 2012 - 20:59

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