Cosa c'entrano Google e il blogging con lo squadrismo e la libertà di stampa? Forse c'è un nesso. Il discorso è un pò complesso, e parte da lontano.
Nel 2007 un impiegato di Roma, Nicola L., subisce un'aggressione apparentemente immotivata mentre si reca in auto al lavoro, in zona San Giovanni. Nicola L. si ritrova con una frattura al setto nasale (provocata da un calcio, una mossa di kick-boxing), un orecchio quasi staccato (l'aggressore ha usato probabilmente un tirapugni), danni all'articolazione temporo-mandibolare e 40 giorni di prognosi. Giacchè c'è, l'aggressore gli sfonda pure a calci il parabrezza dell'auto.
L'aggressore scappa, ma qualche mese dopo si fa ritrovare "casualmente" diverse volte vicino casa dell'aggredito, sempre in zona San Giovani. Nicola L. riesce a fotografare l'aggressore, che, grazie anche alle foto scattate, viene identificato. In teoria le foto servirebbero a dimostrare che l'aggressore lo sta perseguitando, ma ottengono l'effetto opposto: proprio a causa delle foto, Mario B., l'aggressore, denuncia l'aggredito, Nicola L., per molestie e violazione della privacy.
Ovviamente le denunce fatte da Mario B. vengono archiviate.
Nel 2008 Mario B. riesce a patteggiare, prima ancora che abbia inizio il processo, sei mesi di reclusione, una pena insolitamente "soft" per quel tipo di aggressione. Ma continua a perseguitare Nicola L., l'aggredito, con varie denunce e controdenunce, alcune con tanto di falsi testimoni.
Nicola L. comincia a "perdere colpi" e ad avere problemi sul lavoro. Si rende conto del fatto che l'aggressore non è una persona "qualunque", magari uno dei tanti automobilisti che "sbottano" mentre guidano sotto l'effetto della cocaina. Mario B. è un vero e proprio "picchiatore di quartiere", esperto di kickboxing, che frequenta ambienti di destra, ed ha "amici" (e testimoni) a destra e a sinistra.
Prima dell'aggressione del 2007, Nicola L. non aveva mai visto il "picchiatore" in vita sua. Ma forse aveva "dato fastidio" a un "bullo di quartiere", un negoziante che parcheggiava sistematicamente il furgoncino "in doppia fila" proprio sotto casa sua. Il negoziante l'aveva minacciato, e aveva anche tentato di aggredirlo. Due vicini di casa avevano detto a Nicola L. che mettersi contro persone del genere poteva essere molto rischioso. Nicola L. non ci aveva badato: cambiar casa solo per aver litigato col negoziante sotto casa gli sembrava una cosa francamente eccessiva. Forse aveva sbagliato.
Nicola L. era, anche prima dell'aggressione, una persona molto isolata socialmente. Dopo l'aggressione si è ritrovato ancora più isolato, e soprattutto più squattrinato, a causa delle spese mediche (psicoterapia compresa) sostenute dopo l'aggressione.
Nicola L. lavora nel settore dell'informatica (per essere precisi, è proprio laureato in informatica) e, sia per lavoro sia a tempo perso, si occupa di blogs e social networks. Come del resto fanno molte altre persone isolate socialmente. Quasi cercassero sulla Rete la socializzazione che gli manca nella vita reale.
Nel 2010, dopo l'ennesima controdenuncia falsa fatta da Mario B., Nicola L. decide di pubblicare tutta la storia, compreso il nome e le foto dell'aggressore, in un suo blog ("Il Contastorie").
La storia pubblicata da Nicola L. nel suo blog è una specie di messaggio in una bottiglia, una delle tante storie, più o meno attendibili, perse nei milioni di blogs della Rete. La maggior parte di questi blogs è solo spazzatura. Ma qui arriva Google. I sofisticati algoritmi del motore di ricerca indicizzano, nel giro di pochi mesi, tutta la storia pubblicata sull'anonimo blog di Nicola L. . Secondo Google, la storia pubblicata da Nicola L. non è affatto spazzatura, anzi. Al punto che Mario B., il "picchiatore", si ritrova etichettato e "sbattuto in prima pagina" da Google.
Mario B. reagisce denunciando il blogger, Nicola L., per stalking (una delle tante denunce false fatte con "amici" e testimoni compiacenti) ma soprattutto per diffamazione a mezzo stampa. A Mario B. non va di essere etichettato da Google come un "picchiatore di destra". Anche se non nega di esserlo. D'altra parte il blogger, Nicola L., ha raccontato la storia dell'aggressione solo sul suo anonimo blog, uno dei milioni di blogs sparsi nel Web. Nicola L. sostiene di aver raccontato la sua storia attenendosi ai limiti della netiquette. Tutto ciò che Nicola L. racconta (comprese le foto scattate a Mario B.) sembra decisamente vero. Anzi, di più: documentato. Con tanto di foto. Non è stato certo Nicola L. a dire a Google che la sua storia era interessante, al punto da portarla ai primi posti del motore di ricerca. Riuscire a "pilotare" le scelte di Google, il più sofisticato e complesso motore di ricerca del Web, è un obiettivo estremamente ambizioso per chiunque. Anche se esperto di informatica.
Il tipo di aggressione condotta nel 2007 da Mario B. (con tanto di "tirapugni" e parabrezza dell'auto sfondato) ricorda per alcuni aspetti (è stata completamente inaspettata ed estremamente violenta) una delle tante aggressioni fatte a Roma da "picchiatori di quartiere", soprattutto militanti di CasaPound, che picchiano e poi scappano. Ormai a Roma le aggressioni di questo tipo (vere e proprie incursioni) effettuate contro militanti di sinistra si contano a decine. Apparentemente queste aggressioni servono ad affermare una sorta di "supremazia territoriale" sui quartieri romani controllati dall'estrema destra.
Nicola L., un cinquantenne un pò sovrappeso, non è mai stato un militante di sinistra; al massimo, un simpatizzante. Le motivazioni dell'aggressione vanno cercato altrove. Infatti l'aggressione subita da Nicola L. nel 2007 ricorda per altri aspetti quella subita da un giovane musicista a Roma, nel Rione Monti, nell'estate 2011. Purtroppo questo ragazzo è stato ridotto in fin di vita da quattro "picchiatori", ed è ancora in coma, solo per aver litigato con uno degli abitanti del Rione Monti, che poi aveva chiesto l'"intervento" dei "picchiatori". Speriamo che questo ragazzo riesca a riprendersi. Il blogger, Nicola L., che era stato più volte minacciato da un "bullo" che aveva un negozio sotto casa sua, è stato molto più fortunato: ha speso migliaia di euro in spese mediche, ha paura di uscire di casa, e prende psicofarmaci per dormire. Ma dopotutto è ancora vivo, e per adesso va ancora al lavoro. E ogni tanto riesce anche a scrivere su qualche blog.
Il processo per "diffamazione a mezzo stampa" intentato nel 2011 dal picchiatore (Mario B.) contro il blogger (Nicola L.) che ha documentato l'aggressione dovrebbe stabilire se, a livello sociale, prevale il "diritto all'oblio" e alla privacy del "picchiatore", o il diritto dell'aggredito (e del blogger) di documentare l'aggressione subita nel 2007.
Indipendentemente dal risultato del processo, sembra che Google abbia già deciso: la storia pubblicata su un anonimo blog nel 2010, come un messaggio in una bottiglia nell'immenso mare della rete, non è solo spamming, non è solo "spazzatura della rete". E' una storia che va raccontata. Non è certo una storia da pubblicare in prima pagina, ma è una storia che forse è meglio non dimenticare.
Squadrismo: Temi di approfondimento
1919.
Lo squadrismo è un fenomeno nato in Italia, con il fascismo, a partire dal 1919. Le squadre di "picchiatori" fascisti, le cosiddette "camicie nere", operavano soprattutto a livello di quartiere, picchiando comunisti o persone socialmente deboli (vagabondi, persone con problemi psichiatrici) in modo da dimostrare alla popolazione di avere il totale controllo sul territorio. Lo squadrismo era una sorta di "polizia" alternativa, controllata direttamente dal partito fascista. Che si insediò al governo tre anni più tardi, nel 1922.
Le spedizioni degli squadristi avvenivano con la tacita complicità della polizia, per cui denunciare era inutile. A volte gli squadristi esageravano, e ci scappava il morto. In questi casi, l'ordine era negare tutto, affermare che era stato solo un incidente, dovuto a una banale lite. Con la complicità della stampa, che, se anche riportava le aggressioni, le classificava come sfortunati incidenti. Nel 1922, dopo la presa del potere, il problema fu risolto alla fonte: Mussolini assunse il controllo totale sia della polizia sia dei mezzi d'informazione.
1921.
Hitler dichiarò apertamente di essersi ispirato allo squadrismo fascista per le sue "camicie brune" (Sturmabteilungen), le squadre di "picchiatori" nazisti costituite nel 1921. Le "camicie brune" naziste operavano con la stessa tecnica dei "picchiatori" fascisti (azioni violente contro comunisti o soggetti socialmente deboli, emarginati, persone con problemi psichiatrici) ma avevano come principale obiettivo gli ebrei, che invece in Italia furono risparmiati dal fascismo fino al 1938.
2003.
Nel 2003, dopo l'insediamento del sindaco Alemanno a Roma, CasaPound, un'organizzazione di estrema destra, occupa uno stabile in Via Napoleone III.
2011.
Nel 2011 una organizzazione di estrema destra inglese, Blood & Honour, apre una sede a Roma.
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