Nella foto: Mario Boldrini ritratto mentre si diletta a scattare
fotografie davanti alla palestra di boxe Fortitudo, dove nel 2007 si
allenava regolarmente.
Dopo l'aggressione subita dal Boldrini nell'aprile 2007 (40 giorni di
prognosi, frattura del naso, lesioni all'articolazione
temporomandibolare ed alla cervicale) , ho avviato una causa penale (per
la quale, grazie alla giustizia "buonista" della Roma veltroniana, ed
alle note simpatie del suo successore Alemanno per i "picchiatori") il
Boldrini ha patteggiato 6 mesi con la condizionale. Ho anche avviato una
causa civile, per la quale mi spetterebbe un rimborso complessivo di
70.000 euro. Il problema è che il Boldrini, pur disponendo di una
Mercedes 1800 coupè e pur potendo permettersi di allenarsi nella
palestra di boxe Fortitudo nella tarda mattinata (mentre io guido una
misera Fiesta 1250, e nella tarda mattinata sono al lavoro già da
diverse ore), ufficialmente è disoccupato e non ha una lira. Anche se
dispone di ottimi avvocati. Temo che non vedrò mai quei 70.000 euro.
Essendo un blogger (sono laureato in informatica con 110/110), ho deciso
di raccontare l'aggressione dell'aprile 2007, e gli episodi successivi,
in un mio blog. Non ci crederete mai! Il Boldrini mi ha fatto causa per
diffamazione, per la modesta cifra di 170.400 euro. Solo il contributo
unificato per la avviare la causa è di 660 euro. Mi chiedo come il
Boldrini si sia procurato quei soldi.
Nel seguito di questo post, analizzo la citazione del Boldrini. Si
tratta di un esercizio interessante per capire sia per capire la
psicologia del "picchiatore" medio italiano (che, in questo caso, più
che un "picchiatore" si rivelerà uno "scroccone") sia per capire come
funziona la giustizia (e, soprattutto, come ragionano gli avvocati) in
Italia.
Punto "1". Il Chiarissimo avv. Alessandro Ciancarmela (che il Boldrini
ha scelto per questa nuova causa) sostiene che l'aggressione che ho
subito il 10 aprile 2007 sarebbe imputabile non al fatto che il Boldrini
fosse sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, o al fatto che si
tratti di una persona particolarmente violenta, ma solo al comportamento
"aggressivo e minaccioso" che io avrei tenuto nei confronti del
Boldrini. Come noto, quel giorno il Boldrini è saltato sul cofano della
mia auto e mi ha sfondato il parabrezza a pugni e calci. Per capire
quanto sia giustificabile il comportamento del Boldrini, sarebbe
interessante disporre di dati statistici sul numero di parabrezza
sfasciati a pugni e a calci da automobilisti durante liti dovute a
motivi di traffico.
Punto "2". L'avvocato Ciancamerla sostiene che, dopo quell'episodio io
avrei tenuto atteggiamenti calunniosi, aggressivi e intimidatori. Questo
non mi risulta. Io mi sono limitato a descrivere, su uno dei miei blog,
l'aggressione subita da parte del Boldrini nell'aprile 2007.
Punto "3". Il semaforo nei pressi del quale io avrei tenuto, secondo
l'avv. Ciancamerla, la mia "guida aggressiva" basate su sgommate e colpi
di clacson, era presidiato da ben due Vigili Urbani, i quali sono
intervenuti qualche minuto dopo l'aggressione del Boldrini, a piazza
Zama. Non si capisce come mai, nel dettagliatissimo verbale che i due
hanno redatto, non risulti alcun cenno di "guida aggressiva" attribuita a
me o al Boldrini. Una spiegazione semplice per questa omissione c'é:
quella della "guida aggressiva" è una fandonia inventata dal Boldrini
per giustificare l'aggressione nei miei confronti.
Punto "4". L'avv. Ciancamerla dichiara che il Boldrini "bonariamente"
decideva di non sporgere querela nei mei confronti per la "guida
aggressiva" o gli eventuali insulti che avrebbero condotto
all'aggressione di piazza Zama. La spiegazione di tale "bonarietà" è
molto più prosaica: il Boldrini sapeva di avermi prodotto lesioni per 40
giorni di prognosi, di aver sfondato il parabrezza della mia auto e di
avermi colpito sull'orecchio sinistro usando un tirapugni, che è un'arma
vietata, prima di darsi alla fuga dopo l'aggressione. Sporgere querela
nei miei confronti voleva dire ammettere di essere lui l'aggressore.
Invece dopo la sua aggressione il Boldrini ha fatto di tutto per non
essere identificato: ha prestato la sua auto "a cani e porci", in modo
da poter sostenere di non ricordare chi era alla guida dell'auto al
momento dell'aggressione, e si è tinto i capelli di un incredibile
biondo fluorescente per evitare di essere identificato nella foto
segnaletica che la Polizia gli ha scattato.
Un'ultima considerazione. Nonostante l'aggressione di Piazza Zama sia
stata subito comunicata alla Polizia e ai ai Vigili Urbani, nessuno (nè
Polizia, nè Carabinieri, nè Vigili Urbani) ha pensato di trattenere il
Boldrini per vericare se fosse sotto l'effetto di sostanza stupefacenti,
o in condizioni da ricovero in un ospedale psichiatrico. Il Boldrini è
stato quindi libero di aggirarsi, con la sua Mercedes ed il suo
"tirapugni", fino al momento in cui gli è stata comunicata la mia
denuncia. E anche dopo: infatti non mi risulta che sia stato sottoposto ad alcun provvedimento restrittivo.
"Punto 5". Non stento a credere che la pena di sei mesi con la
"condizionale" sia stata la prima nella vita del Boldrini. Ma non credo
che '"increscioso episodio" di piazza Zama sia stato il primo della sua
vita. La violenza del Boldrini durante l'aggressione di piazza Zama è
stata tale da spaventare i presenti, diversi dei quali, pur avendomi
difeso dal Boldrini (e in questo sono stati eroici, perchè il Boldrini
era chiaramente pericoloso, e forse sotto l'influsso di sostanze stupefacenti)
non si sono poi offerti di testimoniare. Questo non mi ha comunque
creato problemi, perche subito dopo l'aggressione sono intervenuti sei
Vigili Urbani, e sono state raccolte quattro testimonianze. Ma molte
persone che hanno assistito all'aggressione erano visibilmente sotto
choc. Dopo l'aggressione, i miei parenti mi hanno scongiurato di non
sporgere denuncia per evitare ritorsioni. Mentre ero ricoverato
all'Ospedale San Giovanni in attesa dell'operazione per la ricostruzione
del setto nasale, un infermiere mi ha confidato che il medico del
Pronto Soccorso che mi ha ricucito l'orecchio lacerato dal "tirapugni"
si è accorto subito che la lesione al lobo dell'orecchio era da arma da
taglio, ma la direzione del Pronto Soccorso gli ha consigliato di
omettere questo particolare dal referto per evitare problemi.
In altre parole: io non credo di essere stato la prima vittima del
Boldrini. Semplicemente, sono stato il primo che ha corso il rischio di
denunciarlo. Questo non vuol dire che io non abbia paura. Dopo
l'aggressione ho sviluppato una grave forma di bruxismo (digrignamento
notturno dei denti) che è tipico delle persone esposte ad eventi
particolarmente traumatizzanti (soldati in zona di guerra, persone
coinvolte in gravi incidenti stradali). Il CSM, presso il quale mi sono
rivolto per la certificazione dei sintomi dovuti all'agggressione, mi ha
certificato una sindrome da stress post traumatico. Dopo l'aggressione,
nel giro di quattro anni ho perso tre denti, che si sono rotti a causa
del digrignamento notturno. Prima dell'aggressione, avevo perso un solo
dente, mangiando una caramella dura quando avevo vent'anni.
"Punto 6". Dopo l'aggressione, non ho messo in atto alcuna forma di
persecuzione nei confronti del Boldrini, ma mi sono limitato a
registrare i fatti accaduti su un blog pubblico. Dover ricostruire, e in
qualche modo rivivere, questi fatti è stato per me molto doloroso, ma
sono stato costretto a farlo, perchè purtroppo la causa civile per
l'aggressione va avanti, ed è stato necessario ricostruire tutta la
dinamica degli eventi. Se il Boldrini si sente "perseguitato" dalla
ricostruzione dell'aggressione, si tratta di problemi suoi, non miei.
Inoltre, a mio parere, è molto importante denunciare pubblicamente le
persone socialmente pericolose, per evitare che producano altre vittime.
Un esempio classico è quello del femminicidio e della violenza contro
le donne: la maggior parte degli uomini che si macchiano di tali reati
hanno un numero elevato di precedenti dei precedenti per violenza, ma le
istituzioni non fanno nulla per fermarli. I risultati si vedono.
"Punto 7". La ricostruzione dell'aggressione del Boldrini, e degli
eventi successivi, su dei blog, ha per me un significato molto
importante. Si tratta di qualcosa legato al concetto della memoria.
Infatti i documenti processuali marciscono negli archivi, mentre i blog
sono praticamente "eterni" e facilmente accessibili a tutti. Per me è
importante che resti memoria della violenza, sia perchè questo dà
giustizia alle vittime, sia perchè i violenti tendono a cancellare le
prove delle loro violenze in modo da poter tornare a ripeterle senza
correre alcun rischio. In quest'ottica, Internet sta cambiando la
storia. I documenti immessi su Internet sono di fatto eterni. Non c'è
modo di cancellarli.
"Punto 8". I motori di ricerca, come Google, indicizzano le
informazioni più importanti riguardo a fatti e persone. Nel caso di
persone importanti, spesso Google può elencare decine di pagine Web. Nel
caso di persone meno importanti, i motori di ricerca danno magari solo
una o due voci. Ad esempio, nel mio caso, se si digita su Google "Nicola
La Monaca", appare il mio profilo Facebook ed un documento di
informatica che ho scritto 5 o 6 anni fa. Queste sono, secondo Google,
le informazioni importanti su di me. Se, quando si digita su Google
"Mario Boldrini", appare la storia dell'aggressione di Piazza Zama,
questo vuol dire che Google ritiene l'aggressione di Piazza Zama un
fatto rilevante su Mario Boldrini. E' interessante osservare che Google
(come tutti i motori di ricerca) dispone di algoritmi molto sofisticati
per non indicizzare le informazioni inutili (dette
"spam" o "garbage"). Se Google mette in evidenza, in relazione al
Boldrini, la storia dell'aggressione di Piazza Zama, vuol dire che,
secondo Google, si tratta di un'informazione importante. E come dargli
torto?
"Punto 9". L'uso del tirapugni da parte del Boldrini è stato
regolarmente denunciato dal mio legale, avv. Testa Piccolomini, ma la
denuncia è stata archiviata perchè "fuori tempo massimo". I segni del
tirapugni sul finestrino della mia auto sono comunque evidentissimi
nella foto in allegato, scattata nell'officina che mi ha sostituito il
vetro.
Si vedono sul finestrino dell'auto i due segni con traettoria parallela
che corrispondono ai due paranocche centrali del tirapugni, che sono
rilevati rispetto agli altri. La ferita
sull'orecchio sinistro che il Boldrini mi ha procurato durante
l'aggressione aveva margini nettissimi, prodotti da un oggetto metallico
con spigoli acuminati. Questa in un certo senso è stata una fortuna,
perchè questo tipo di ferite sono molto facili da ricucire, e lasciano
poche cicatrici, a differenza delle ferite prodotte da oggetti poco
appuntiti. Osservo anche che, quando il Boldrini è saltato sul cofano
della mia auto per sfondare il parabrezza a calci e a pugni, ha prima
intaccato la parte centrale del parabrezza con l'oggetto che impugnava.
Infatti, è praticamente impossibile rompere un parabrezza senza
intaccarlo prima con un oggetto acuminato, perchè i parabrezza hanno un vetro a doppio strato con una pellicola di sicurezza intermedia.
Al di là della militanza più o meno ufficiale in organizzazioni di
estrema destra, il Boldrini usa chiaramente, anche nelle dichiarazioni
rilasciate per le denunce un linguaggio chiaramente "fascista". Inoltre
nel periodo dell'aggressione si allenava nella palestra di boxe
Fortitudo, nota nel quartiere San Giovanni come "covo" di picchiatori e
di fascisti. Del resto, chi volete che si alleni a 40 anni in un
palestra di boxe ed arti marziali? Un membro dell'UDC?
Durante i contatti con i poliziotti del Commissariato San Giovanni per
le indagini sull'aggressione del Boldrini, mi è sembrato di notare una
certa simpatia ed ammirazione per il gesto decisamente "futurista"
(sfondamento del parabrezza della mia auto) compiuto dal Boldrini.
Inoltre Il Boldrini ha patteggiato "a sorpresa" ancora prima della prima
udienza del processo penale, e prima che facessi in tempo a consegnare
le foto dei segni lasciati dal tirapugni sul vetro della mia auto.
Questo mi ha fatto pensare che gli sia arrivata una "soffiata" che gli
ha consigliato di patteggiare prima che saltasse fuori la storia del
"tirapugni". Altrimenti non se la sarebbe cavata solo con sei mesi.
Il tipo di aggressione che ho subito dal Boldrini (mi ha rotto il naso
con un calcio, facendomi saltare e rompendomi gli occhiali, mi ha quasi
staccato il lobo di un orecchio usando un "tirapugni", è saltato sul
cofano della mia auto sfondandolo a calci e pugni) rende evidente a
tutti (a parte forse l'Avv. Ciancamerla, che peraltro è l'avvocato di
parte del Boldrini) il fatto che il Boldrini fosse una persona
pericolosa, che probabilmente durante l'aggressione era sotto l'influsso
di droghe, e che sarebbe stato opportuno sottoporlo a dei test per la
rilevazione di sostanza stupefacenti e farlo visitare da uno psichiatra.
"Punto 10". Il fatto che nell'estate 2010 il Boldrini si sia tinto i
capelli di biondo per non essere riconosciuto nella foto segnaletica che
la Polizia gli ha scattato per l'aggressione di Piazza Zama è
assodato. Infatti, nella scheda segnaletica associata alla foto, la
Polizia descriveva i capelli del Boldrini come di colore "biondastro".
Quando ho avuto la sfortuna di incontrare il Boldrini vicino casa mia,
nell'estate 2007, i suoi capelli (normalmente grigi) erano di un colore
biondo fluorescente decisamente ridicolo, tanto che ho avuto difficoltà a
riconoscerlo. Giova ricordare che, se non avessi riconosciuto il
Boldrini nella foto segnaletica che la Polizia gli aveva scattato,
difficilmente sarebbe stato processato per l'aggressione di Piazza Zama.
I miei commenti "di colore" relativi a questo "coraggioso" "trucco"
del Boldrini mi sembrano piuttosto scontati.
"Punto 11". Le informazioni contenute nel blog dove ho descritto i fatti
relativi all'aggressione del Boldrini non sono diffamatorie perchè
sono vere. Giova ricordare all'Avv. Ciancamerla che le affermazioni si
definiscono "diffamatorie" solo quando sono false. Inoltre il numero di
pagine del blog che, secondo l'Avv. Ciancamerla, sono state finora lette
(1.704) non è attendibile. Ad esempio, è posssibile modificare il
contatore delle pagine lette di un blog in modo da indicare qualunque
numero si desideri. Inoltre, il numero è relativo all'intero blog, non
solo ai post sul Boldrini. In generale, 1.704 è un numero di accessi
molto basso per un blog. Uno dei miei blog ha avuto oltre 12.000
accessi. Non è difficile trovare blog con oltre 200.000 accessi.
"Punti 12, 13, 14". Le affermazioni contenute in questi punti sono completamente
false. Tenendo conto della estrema pericolosità del Boldrini,
ampiamente dimostrata dal suo comportamento durante l'aggressione di
Piazza Zama dell'aprile 2007, negli anni successivi all'aggressione ho
fatto tutto il possibile per evitarlo, e non mi sono mai sognato nè di
avvicinarlo nè di minacciarlo. A tale riguardo giova ricordare che,
mentre durante la maggior parte della giornata non sono presente a San
Giovanni, perchè sono al lavoro, e il mio luogo di lavoro è vicino
Frascati, il Boldrini, essendo "ufficialmente" disoccupato, trascorre le
sue giornate tra il bar "Milleluci Caffè" di via Mauritania e la
palestra Fortitudo di via Lusitania. Si tratta, in sostanza, di un
classico "balordo" di quartiere, le cui fonti di reddito (dalle indagini
che ho commissionato prima di avviare la causa civile, risulta che
disponeva di un Mercedes 1800 coupè e di un appartamento nella zona di
Latina) sono tutte da chiarire.
"Punto 15". Dal 2007 al 2008 non mi sono mai fermato davanti alla
palestra "Fortitudo" di San Giovanni, perchè questa palestra ha, nel
quartiere, la fama di un luogo di "picchiatori" e di "balordi". C'è
stata una sola eccezione: nell'autunno 2007, transitando con la mia auto
davanti alla palestra, ho notato la Mercedes del Boldrini parcheggiata
proprio di fronte alla palestra. Ho parcheggiato l'auto a distanza
(almeno 50 metri), chiuso le portiere dall'interno, ed ho scattato delle
foto delle persone sedute sui gradini davanti alla palestra. Un
successivo ingrandimento di queste foto mi ha permesso di riconoscere
con sicurezza il Boldrini (i cui capelli erano tornati dal biondo
fluorescente all'abituale colore grigio), e la foto mi ha permesso di
individuare con sicurezza l'aggressore di Piazza Zama. La mia foto non è
stata messa agli atti del processo penale perchè il Boldrini, avendo
capito che le cose si stavano mettendo male, ha patteggiato sei mesi
prima ancora della prima seduta del processo. Alcune delle foto scattate
in quell'occasione sono state pubblicate su questo blog. La
pubblicazione di foto scattate a persone adulte in luoghi pubblici non
costituisce violazione della privacy, e non è perseguibile.
"Punto 16". Non ho mai saputo, e non voglio neanche sapere, dove abita
il Boldrini. Tenendo conto delle caratteristiche del "soggetto",
immagino che si tratti di un luogo piuttosto malfamato.
"Punti 17 e 18". Non ho mai saputo che il Boldrini avesse trovato un
lavoro presso un ferramenta di Piazza Epiro. Tenendo conto delle
caratteristiche del soggetto, della sua pratica nell'uso di "tirapugni",
e dei suoi precedenti penali, sconsiglierei un impiego presso un
ferramenta. Vedrei meglio un'attività come addetto al recupero crediti
per qualche "cravattaro", oppure, vista l'abilità del Boldrini nello
sfondare i parabrezza delle auto, un impiego presso uno sfasciacarrozze.
Preciso inoltre che non ho mai frequentato nessun ferramenta di Piazza
Epiro, e che, quando ho bisogno di attrezzi da bricolage, mi servo da
Leroy Merlin Tor Vergata, oppure da Leroy Merlin Porta di Roma.
"Punti 19, 20". Non ho mai frequentato il bar "Milleluci Caffè" di via
Mauritania. In due o tre occasioni, transitando in via Mauritania con
l'auto, ho notato la presenza del Boldrini nei pressi del bar. La
presenza del Boldrini, del quale ho già ampiamente descritto la
pericolosità, mi ha motivato a tenermi il più lontano possibile da quel
bar.
Purtroppo, nella primavera 2011 si è verificato uno spiacevole episodio.
Una sera avevo parcheggiato nei pressi del bar "Milleluci Caffè", e la
mattina dopo, nel recarmi al lavoro, ho trovato, parcheggiato in doppia
fila dietro alla mia macchina, un ciclomotore sul quale era seduto
(indovinate un pò!) proprio il Boldrini. Ho attivato a distanza
l'allarme dell'antifurto della mia auto e sono rimasto a notevole
distanza (almeno 50 metri) in attesa che il Boldrini capisse la
situazione, spostasse il ciclomotore e si allontanasse. Dopo 5 o 10
minuti il Boldrini ha capito che non c'era verso che io mi avvicinassi
(stavo già cercando il numero della polizia sul mio cellulare) ed ha
finalmente spostato il ciclomotore, entrando poi nel bar "Milleluci
Caffè". Quando mi sono avvicinato alla mia auto per partire, ho lasciato
l'allarme dell'antifurto inserito, ho bloccato le portiere e mi sono
allontanato con la massima velocità possibile. Ho poi saputo che il
Boldrini ha dato una versione decisamente diversa di questo spiacevole
episodio, arrivando addirittura a denunciarmi. Non ho comunque avuto la
sensazione che i poliziotti che mi hanno interrogato su questo episodio
nell'autunno 2011 abbiano preso molto sul serio le dichiarazioni del
Boldrini.
"Punto 21". Il mio presunto atteggiamento persecutorio nei confronti del
Boldrini si basa sull'errato presupposto che io sia un frequentatore
abituale dei negozi del quartiere San Giovanni. Non è così: dal momento
che lavoro presso Frascati, trascorro la maggior parte del mio tempo in
quella zona (il mio orario di lavoro è di 8 ore e 10 minuti) e faccio la
spesa nel centro commerciale "Tor Vergata", oppure nel centro "Porta di
Roma". Solo in rarissime occasioni (ad esempio, riposo a casa per
malattia) faccio la spesa nel centro commerciale "Le Coccinelle", sito
nei pressi di casa mia.
Il Boldrini non sembra avere un lavoro regolare, anche se
possiede un coupè Mercedes 1800, e dopo l'aggressione di piazza Zama si è
rivelato una persona violenta, tant'è vero che ha patteggiato sei mesi di
reclusione per lesioni e danneggiamento. Questo spiega perchè potrebbe non essere una persona molto ben vista tra
i suoi conoscenti. E' più che naturale che il Boldrini stia cercando di
cambiare palestra ed ambiente. Potrebbe essere opportuno, vista la sua
situazione di pregiudicato, che il Boldrini cominci a frequentare questa
categoria di persone. Ovviamente io non ho responsabilità alcuna dei
problemi "sociali" del Boldrini.
"Punto 22". E' interessante che il Boldrini denunci inspiegabili danni
ai suoi mezzi di locomozione dopo i fantomatici incontri che egli
avrebbe avuto con me. Incontri che, come ho già precisato, in realtà non
sono mai avvenuti. A tale riguardo, posso affermare di aver notato la
presenza di una "fascia di rispetto" di circa 50 metri attorno al bar
"Milleluci Caffè", abitualmente frequentato dal Boldrini. In diverse
occasioni, dopo aver lasciato l'auto parcheggiata di notte nei pressi
del bar, la mattina dopo ho trovato uno specchetto rotto, oppure un
pneumatico sgonfiato, oppure una lampadina fulminata (è possibile far
fulminare le lampadine di un'auto sferrando pugni o calci ai fari
dell'auto). In tre o quattro occasioni ho trovato il manicotto
dell'acqua staccato. Purtroppo questo tipo di danno non è rilevabile
subito, ma solo dopo alcune centinaia di metri, e mi ha costretto in più
occasioni a far ricorso al carro attrezzi, ed a sostenere notevoli
spese di officina.
"Punto 23". I fatti descritti nel blog sono relativi all'estate 2007,
quando il Boldrini, dopo avermi aggredito a piazza Zama, non era stato
identificato, e aveva minacciato di recarsi sotto casa mia per
vendicarsi se io l'avessi denunciato. E' quindi più che naturale che nel
giugno 2007 io abbia fotografato l'auto del Boldrini parcheggiata nei
pressi di casa mia, e che abbia cercato di attirare l'attenzione dei
passanti, lampeggiando e suonando il clacson, quando, in una serata di
agosto del 2007, il Boldrini ha cercato di bloccare la mia auto con la
sua Mercedes nella zona di Piazza Epiro.
"Punto 24, Commi "a", "b", "c". I problemi lamentati dal Boldrini
(cambio di palestra, perdita del lavoro, allontanamento dagli amici) non
sono attribuibili alla mia fantomatica persecuzione, ma al suo
carattere chiaramente violento ed antisociale. Carattere che il Boldrini
ha avuto ampiamente modo di evidenziare con l'aggressione di Piazza
Zama del 2007.
"Punto 24, Commi "d", "e". Il fatto che il Boldrini si sia trasferito
nell'abitazione della sua compagna e sia arrivato, dopo qualche mese,
alla rottura del rapporto semplicemente perchè la sua compagna ha letto
il mio blog non ha bisogno di ulteriori commenti, e non appare molto
credibile. A mio parere le cause della rottura del rapporto vanno
ricercate altrove: il Boldrini è una persona violenta, che non è in grado di condurre una normale vita sociale.
"Punto 24, Commi "f" e "g". E' comprensibile che il Boldrini abbia perso
degli amici che hanno letto il mio blog. Ma le informazioni del mio
blog sono corrette e documentate, e corrispondono a fatti che hanno
portato il Boldrini a patteggiare una pena di sei mesi. Per migliorare
le sue relazioni sociali, suggerirei al Boldrini di cercarsi amici
amanti della violenza, come ad esempio i militanti di CasaPound o di
altre organizzazioni di estrema destra. Frequentando organizazioni di
estrema destra, il Boldrini potrebbe finalmente superare il suo attuale
stato di isolamento sociale, e diventare un vero e proprio eroe,
dedicandosi ad attività come la caccia la senegalese, oppure più
banalmente alla "cinghiamattanza", simpatica attività praticata dai
militanti di CasaPound.
"Punto 25". La denuncia penale del Boldrini in relazione ai fatti
contenuti in questo documento ha comportato un mio interrogatorio, che
ho sostenuto nel settembre 2011. I poliziotti che mi hanno interrogato
non mi sono sembrati particolarmenete colpiti dal contenuto del mio
blog, perchè questo riporta fatti veri, e non è possibile perseguire un
blog che riporta fatti veri. Non credo che avrò conseguenze penali di
quache rilevanza per i fatti denunciati nel blog. L'ipotesi più
probabile mi sembra quella dell'archiviazione.
In diritto
Il blog che tratta dell'aggressione di Piazza Zama del 2007, e degli
episodi successivi, non è diffamatorio, in quanto descrive episodi
realmente accaduti, e documentati con tanto di fotografie. La
fantomatica "persecuzione" attribuitami dal Boldrini, e attuata con
insulti e minacce, non trova alcun riscontro nella realtà. Infatti,
poichè il Boldrini è una persona violenta ed allenata nelle tecniche di
arti marziali, non ho mai neanche pensato di avvicinarmi al Boldrini ad
una distanza inferiore ai 30 metri.
E' possibile che, fino all'aggressione di Piazza Zama del 2007, il
Boldrini non abbia mai avuto problemi con la legge. Ma il comportamento
del Boldrini a Piazza Zama (ha inchiodato bruscamente davanti alla mia
auto per poi scendere e colpire violentemente il mio finestrino con un
tirapugni, mi ha rotto il naso e gli occhiali con un calcio, è saltato
sul cofano della mia auto, sfondando il parabrezza a calci, mi ha quasi
staccato il lobo dell'oreccho usando un tirapugni, e poi si è
allontanato minacciando ritorsioni se l'avessi denunciato) portano a
ritenere che il Boldrini non sia esattamente "una brava persona". Del
resto, se non fosse così, non si capirebbe perchè ha patteggiato sei
mesi per l'aggressione di Piazza Zama.
Le affermazioni sul Boldrini contenute sul mio blog non possono quindi
essere considerate lesive del suo onore e della sua reputazione, perchè
sono vere e documentate. Non ha alcun senso chiedere un risarcimento per
la pubblicazione di queste affermazioni su un blog. L'eventuale
turbamento provato dal Boldrini nel leggere sul mio blog la descrizione
dell'aggressione di Piazzza Zama è comprensibile, ma non rimborsabile.
"Chi è causa del suo mal pianga sè stesso ..."
Premesso quindi che nessun risarcimento può essere dovuto per la
pubblicazione di un blog che riporta notizie vere, osservo che la cifra
richiesta (100 euro ad accesso, per un totale di 170.400 euro) è
semplicemente ridicola. Anche perchè il Boldrini potrebbe aver chiesto
ad amici e conoscenti di cliccare sul blog, in modo da incrementare il
contatore, con la promessa di una lauta percentuale sull'incasso. I
tecnici di Google, che sono esperti in questo tipo di trucchi (infatti
alcuni blogger cliccano sui loro stessi blog per aumentare gli introiti
pubblicitari) davanti ad una simile richiesta direbbero, come un
personaggio di un vecchio spot di Carosello: "Ma che c'ho scritto
Giocondo?".
Conclusioni
Commi "a)", "b)". I blog che descrivono l'aggressione attuata dal
Boldrini nei miei confronti, contengono notizie vere e documentate, con
tanto di fotografie, quindi non c'è nessun motivo per cancellarli. Mica
siamo in Cina ...
Il fatto che i blog contengano affermazioni vere, ma lesive della
reputazione del Boldrini, è un problema del Boldrini, non mio.
Nascondere il passato, fare in modo che gli altri non vengano a
conoscenza dei reati commessi, è un problema comune a tutti
pregiudicati. E il Boldrini è un pregiudicato. Sinceramente, non vedo
soluzioni.
Commi "c", "d". In base a quanto già scritto in precedenza (e in
particolare nei commi "a" e "b") la richiesta di 170.400 euro per
presunti "danni morali" in relazione al contenuto dei blogs è
semplicemente ridicola.
Prove testimoniali
Commi "2", "3", "4", "5", "6". Come già detto, non ho la minima idea
degli orari con i quali il Boldrini frequenta la palestra "Fortitudo" di
via Lusitania. Inoltre, non ho alcun interesse ad avvicinarmi al
Boldrini, che ritengo essere una persona estremamente pericolosa, che,
dopo l'aggressione del 2007, ho fatto tutto il possibile per evitare.
Inoltre, dal momento che lavoro a Frascati, ho dei grossi dubbi sul
fatto che i miei orari di lavoro siano sovrapponibili con gli orari nei
quali il Boldrini ha frequentato la palestra "Fortitudo".
Commi "7", "8", "9", "10". Non ho la minima idea di dove abiti il
Boldrini. Inoltre, non ho mai avuto occasione di incontrarlo nella zona
di Largo Pannonia, dove il "soggetto" sostiene di abitare.
Comma "12". Non ho mai frequentato, per nessuna ragione, il negozio di
ferramenta di piazza Epiro, perchè per le mie esigenze di bricolage mi
servo dei magazzini Leroy Merlin di Tor Vergata o Porta di Roma.
Commi "14", "15", "16", "17", "18". Non ho mai frequentato il bar
"Milleluci Caffè" di via Mauritania. In due o tre occasioni,
transitando in via Mauritania con l'auto, ho notato la presenza del
Boldrini nei pressi del bar. La presenza del Boldrini, del quale ho già
ampiamente descritto la pericolosità, mi ha motivato a tenermi il più
lontano possibile da quel bar.
Purtroppo, nella primavera 2011 si è verificato uno spiacevole
episodio. Una sera avevo parcheggiato nei pressi del bar "Milleluci
Caffè", e la mattina dopo, nel recarmi al lavoro, ho trovato,
parcheggiato in doppia fila dietro alla mia macchina, un ciclomotore
sul quale era seduto (indovinate un pò!) proprio il Boldrini. Ho
attivato a distanza l'allarme dell'antifurto della mia auto e sono
rimasto a notevole distanza (almeno 50 metri) in attesa che il Boldrini
capisse la situazione, spostasse il ciclomotore e si allontanasse.
Dopo 5 o 10 minuti il Boldrini ha capito che non c'era verso che io mi
avvicinassi (stavo già cercando il numero della polizia sul mio
cellulare) ed ha finalmente spostato il ciclomotore, entrando poi nel
bar "Milleluci Caffè". Quando mi sono avvicinato alla mia auto per
partire, ho lasciato l'allarme dell'antifurto inserito, ho bloccato le
portiere e mi sono allontanato con la massima velocità possibile. Ho
poi saputo che il Boldrini ha dato una versione decisamente diversa di
questo spiacevole episodio, arrivando addirittura a denunciarmi. Non ho
comunque avuto la sensazione che i poliziotti che mi hanno interrogato
su questo episodio, nell'autunno 2011, abbiano preso troppo sul serio
le dichiarazioni del Boldrini.
"Commi 18, 19". Tenendo conto delle "tare" caratteriali del Boldrini,
non mi meraviglia che questi abbia iniziato una relazione che è poi
naufragata nel giro di pochi mesi. Ovviamente tutto questo non ha nulla a
che fare nè con me nè con i miei blogs. Colgo l'occasione per osservare
che, se la lettura dei mei blogs è stata sufficiente a far naufragare
la relazione tra il sig. Boldrini e la sig.ra Di Salvo, questo relazione
non doveva essere molto solida.
"Commi 20, 21". Il fatto che la lettura dei blogs che raccontano le
"imprese" compiute dal Boldrini a Piazza Zama abbia indotto nello stesso
uno stato di depressione è comprensibile. Come diceva una vecchia
canzone di Iva Zanicchi, "la verità ti fa male, lo so". Le soluzioni a
questo problema personale del Boldrini esulano dall'ambito di questa
causa. Magari il Boldrini potrebbe provare a rivolgersi ad uno
psichiatra.
Nicola La Monaca, 24 settembre 2012
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