Fiamme e terrore sono ancora nei suoi occhi e ricorda tutto quello che è successo ma, impaurita, ha detto di non conoscere i suoi aggressori.
- Redazione – 14 settembre 2012
- È ancora sotto choc la prostituta romena di 22 anni che l'altro ieri
notte è stata picchiata a sangue e bruciata in strada nel quartiere
della Borghesiana, a Roma.
Le sue condizioni migliorano lentamente, mentre continuano le indagini dei carabinieri negli ambienti della prostituzione.
Michela, così come è conosciuta la ragazza qui in Italia, ha ricevuto
ieri in ospedale anche la visita del ministro per l'Integrazione e la
Cooperazione Andrea Riccardi.
La giovane ha avuto un primo breve colloquio con gli investigatori,
che quando starà meglio la riascolteranno per avere così un quadro più
chiaro e verificare con maggiore attendibilità le sue dichiarazioni.
Michela resta in gravi condizioni e con ustioni su oltre il 50% del
corpo, ma è vigile e si dice molto preoccupata che la madre in Romania
scopra il lavoro che faceva in Italia. Per i carabinieri a pestare e
dare fuoco alla ragazza sono stati «criminali di spessore e pronti a
tutto», anche per «l'efferatezza» del gesto.
A temere ritorsioni sono le altre prostitute, che pure ora sono al
sicuro, le quali hanno assistito all'aggressione e prestato i primi
soccorsi, diventate testimoni-chiave della vicenda.
I militari hanno inoltre acquisito le immagini delle telecamere della
zona: le più vicine non si troverebbero comunque sulla strada dove è
avvenuta l'aggressione.
La vicenda ha scosso Roma e non solo.
Oggi il ministro per l'Integrazione e la Cooperazione Andrea Riccardi
ha fatto visita alla giovane, ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio.
«Sono venuto qui per testimoniare la presenza del governo e la mia
personale condanna per questo gravissimo attentato alla vita e al corpo
di una giovanissima ragazza straniera – ha spiegato Riccardi -. Dobbiamo
dire basta a episodi come questo, che avvengono a Roma come in altre
parti del Paese».
«Uomini senza scrupoli hanno giocato con il suo corpo e poi l'hanno bruciato come fosse non una persona ma una cosa.
È poco più di una bambina – ha detto il ministro uscendo dall'ospedale -, ha gli occhi grandi e gli atteggiamenti di una bimba».
Riccardi si è fermato a parlare con i medici a lungo, in particolare
con il primario del Centro grandi ustionati dove è ricoverata la
giovane.
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