«Dottore, io non l’ho nemmeno sfiorato» ha esordito uno degli energumeni con il magistrato
di Luca Lippera
ROMA - Il primo interrogatorio dei quattro uomini fermati con l’accusa di aver massacrato a Marino un ispettore di polizia nella notte di Capodanno ha dato il via alla girandola di strategie che accompagnerà tutto il processo. «Dottore’, io non l’ho nemmeno sfiorato - ha esordito uno degli energumeni con il magistrato - So andato più in là e il poliziotto stava ancora in piedi». «’No schiaffo sì, gliel’ho dato - ha ammesso uno dei fermati - Ma il resto che ne so? Non ho visto, non ho sentito, non ho arzato un dito, io: lo ggiuro!» Le presunte «belve» di Marino hanno giocato, come voleva il copione, la carta dello scaricabarile. Tutti e quattro, senza accusare nessuno, hanno ripetuto per ore di essere «innocenti». Roberto Morelli e Alessandro Anzellotti hanno ammesso di aver avuto un litigio davanti al ristorante «Dar Capellone». Giovanni Santolosuosso ha detto di averli divisi. Andrea Ascenzi, il quarto fermato, era lì, certo, ma anche lui ha insistito: «L’ispettore non l’ho toccato». Il poliziotto - questo era impossibile negarlo - era lì. C’è stato qualche spintone. Anzellotti, del Tuscolano, ha ricordato addirittura «un ceffone datogli attraverso il finestrino». Ma chi l’ha pestato a quel modo? «Boh! - è stata la risposta - noi no».
«HO PORTATO PACE»
Pare che Giovanni Santolosuosso, 47 anni, l’uomo fuggito con un
fuoristrada «Hummer» dopo i fatti, conosciuto come ultrà, sia disperato.
«Il poliziotto non l’ho sfiorato - ha detto - Sono disperato. Qui non
ci resisto. Qui mi ammazzo». Il gigante coperto di tatuaggi, difeso
dall’avvocato Annalisa Ticconi, è stato il primo a presentarsi giovedì
in Questura e ha ripetuto al magistrato la sua versione. «Morelli e
Anzellotti stavano litigando - ha detto - Ho cercato di portare pace e
di dividerli. Non so cosa sia successo all’ispettore».
Antonio De Vincentis, intervenuto per sedare la rissa, ha riportato
fratture alla mandibola, agli zigomi, alle orbite oculari e al naso.
Alessandro Anzellotti, 39 anni, del Tuscolano, e Roberto Morelli, 28,
molisano, di origini zingare, sono difesi da Fabrizio Gallo e
Massimiliano Pierantoni. «È vero - hanno detto - Santolosuosso ci ha
divisi. Ci siamo allontanati. L’ispettore, in quel momento, stava ancora
in piedi. Ci sono testimoni che lo confermano. Cosa sia successo dopo
là fuori non lo sappiamo. C’era anche altra gente». Stessa musica da
Andrea Ascenzi, 38, di Spinaceto.
Domenica 06 Gennaio 2013 - 10:14
Ultimo aggiornamento: 16:43