lunedì 7 gennaio 2013

Agente massacrato a Roma «Un atto di ferocia premeditato»

Le accuse del pm ai quattro teppisti della rissa a Marino

Santosuosso, uno degli arrestati (foto Toiati)













di Luca Lippera
ROMA - Accanimento, ferocia, previsione dell’evento, lucidità nell’azione. La posizione dei quattro uomini che hanno massacrato un ispettore di polizia a Marino nella notte di Capodanno continua ad aggravarsi.Negli ordini di arresto emessi dalla Procura di Velletri, oltre all’accusa di «tentato omicidio», ci sono parole, circostanze e considerazioni che in un’ottica processuale potrebbero costare carissime (anni e anni di carcere) agli autori del feroce pestaggio: l’assalto al poliziotto, fa capire il pubblico ministero che coordina l’inchiesta, non è stato l’impeto di un momento, uno scatto d’ira, il semplice prodotto di una sbornia da cenone, ma un atto cercato e voluto anche se tutto si è consumato in pochi minuti.

I quattro, stando alla ricostruzione, avevano iniziato a litigare all’interno del ristorante «Dar Capellone». C’erano anche le mogli e i figli. Il litigio, insulti, sputi, spintoni, si è trasferito all’esterno del locale di Marino. Erano circa le due del mattino. In quel momento è passato in auto l’ispettore Antonio De Vincentis, 51 anni, che rientrava a casa con la moglie. Il poliziotto ha accostato l’auto, ha abbassato il finestrino e ha detto ai quattro di farla finita. Uno degli energumeni gli ha risposto con due sberle e poi ha ripreso la rissa con gli altri allontanandosi di qualche metro.

«VI ARRESTO TUTTI»
De Vincentis, a quel punto, è ripartito con la macchina e ha parcheggiato poco più avanti. La moglie, stando alle testimonianze, è scesa è si è diretta verso la porta del ristorante dicendo che avrebbe chiamato il 113. All’esterno, in pochi secondi, si è consumato il dramma. L’ispettore, che abita proprio a Marino, è tornato sui suoi passi a piedi e si è rivolto agli scalmanati. «Adesso vi fermate: vi faccio arrestare tutti». I quattro, a quel punto, hanno rivelato il loro volto. Si sono detti qualcosa, sono andati incontro a De Vincentis e lo hanno colpito furiosamente. Dopo averlo ridotto a terra hanno infierito con calci e pugni al volto e alla testa.

I TRE ULTRA’
Giovedì i responsabili sono stati arrestati dalla Squadra Mobile dopo tre giorni di indagini insieme agli uomini del commisariato Viminale. Giovanni Santolosuosso, 47 anni, artigiano alla Romanina (ha un’officina), è conosciuto come un ultrà della Lazio. È lui l’uomo fuggito con fuoristrada «Hammer» dopo il pestaggio. Gli altri fermati sono Andrea Anzellotti, 39, del Tuscolano, ritenuto ultrà biancazzurro, Andrea Ascenzi, 38, di Spinaceto, precedenti per droga, frequentatore della curva romanista, e il molisano Roberto Morelli, 28, di famiglia zingara.

Antonio De Vincentis resta in gravi condizioni al reparto Rianimazione del San Camillo. L’ispettore ieri è stato sottoposto a un primo intervento per la ricostruzione della mandibola. Ma ci sono fratture agli zigomi, al naso, a un’orbita oculare. 
Sabato 05 Gennaio 2013 - 10:12

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