Il romanzo rosa classico ebbe grande successo soprattutto nei primi decenni del Novecento. In Francia l’autrice più conosciuta è Delly (pseudonimo dei fratelli Jeanne-Marie 1875-1947 e Frédéric Petitjean de la Rosière 1876-1949, pubblicato in Italia nella collana “le signorine della Salani”). Tra le autrici italiane, la regina incontrastata del rosa è indubbiamente Liala (pseudonimo di Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi 1897-1995, il cui nome d’arte fu coniato per lei da Gabriele D’Annunzio). In Inghilterra, oltre a Jane Austen, che fu in un certo senso l’ispiratrice del genere, ci sono i romanzi rosa di Georgette Heyer (1902-1974), e quelli di genere rosa-storico di Barbara Cartland (autrice di ben 700 titoli, ma del resto ebbe anche una lunghissima vita: 1901-2000)
Oggi il genere rosa in Italia è quasi del tutto monopolizzato dalla collana Harmony (80 per cento), della Harlequin Mondadori. Questa casa editrice vende circa 6 milioni di copie l’anno e ci sono titoli che in due settimane vendono oltre 13 mila copie. Certo, sono meteore, non resteranno nella storia della letteratura, ma del resto la narrativa rosa ha una dinamica più simile a quella delle riviste patinate che a quella dei libri tradizionali. La Harmony pubblica 600 titoli l’anno, suddivisi in circa venti collane ed escono nelle edicole quasi tutti i giorni. Ogni titolo ha una vita media di due, tre settimane.
Poche sono le case editrici concorrenti (Mondadori, Bluemoon e, in misura molto minore, Sperling & Kupfer, Piemme e pochissime altre). Le lettrici sono molto affezionate e ciascuna acquista in media 15 titoli l’anno. Il successo di queste collane sta nel basso costo dei libri, oltre che in una capillare distribuzione del prodotto: librerie, cartolerie, edicole, centri commerciali, tabaccai. Poi c’è naturalmente la capacità di creare storie che piacciano alle lettrici…Per ogni sfumatura di una storia d’amore esiste una collana specifica: c’è quella «romantica», dove le descrizioni e gli aggettivi arrivano solo fino a un certo punto (Blue Moon, Destiny), quella raffinata (Premium, Grandi Saghe) e quella più smaliziata, che non manca di descrizioni osé (Passion, Temtaption).
Quanto all’ambientazione delle storie, c’è una grandissima richiesta di romanzi rosa-storici, così come quelli di setting metropolitano: il classico amore tra capo e segretaria, oppure l’inattesa storia d’amore con un miliardario. Piacciono ultimamente anche delle storie di una donna con un toy-boy: storie che nascono con un rapporto di sesso occasionale, ma che, possiamo esserne certi, preludono ad una intensa storia d’amore fra i protagonisti.
L’occhio sulle nuove tecnologie è sempre vigile: lo dimostrano i vari siti web degli editori di rosa ed anche la nuova frontiera degli e-book, il cui maggiore editore è al momento proprio Harlequin Enterprises, soprattutto grazie alle filiali giapponesi e statunitensi. Secondo gli editori, l’e-reader piace perché permette di non mostrare a nessuno il libro che si sta leggendo: oggi le lettrici di rosa del resto fanno scelte impensabili fino a poco tempo fa, anche per i contenuti, e quindi un po’ di privacy è sempre gradita.
Ultime arrivate tra i generi rosa sono la collana Blue Nocturne, che raccoglie trame basate su amori «paranormali e immortali», per sfruttare il fenomeno di Twilight (Firma di punta di questo sottogenere è Gena Showalther) e il Chick-lit (letteralmente letteratura delle pollastrelle) genere disinvolto e post-femminista, nato negli anni novanta dalla penna di Helen Fielding con Il diario di Bridget Jones e di Candace Bushnell con Sex and the City (per il genere la Harmony ha creato la collana Red Dress Ink).
Nel Chick-lit la protagonista è una donna tra i venti e i quarant’anni, non necessariamente bella, spesso in difficoltà coi sentimenti, incapace di riconoscere l’uomo dei sogni e di tenerselo stretto, perfettamente integrata in una società frenetica ed edonistica che rende complicati i rapporti umani attraverso manie e frustrazioni, raccontate con smaliziata e irriverente ironia. Recentemente quest’ultimo genere di libri rosa è stato analizzato in una ricerca, la quale ha rilevato che, in media, in ogni pagina di romanzo viene citato più di un marchio commerciale (complessive 1.553 citazioni di marchi nelle 1431 pagine dei libri presi in esame). I personaggi vengono descritti attraverso gli status symbols di cui si adornano: Massie, ad esempio, il principale personaggio della collana americana “Clique” non indossa minigonne o sandali, ma Moschino minis, Jimmy Choo sandals, profumo Chanel N. 19 ; non va in macchina, ma in Range Rover, non beve acqua, ma beve Glaceau Vitamin Water e, naturalmente, non ha neanche una borsa, ma un Louis Vuitton backpack; Anna, protagonista di un romanzo della serie di ”A-List” guida una Lexus (menzionata sette volte nel primo capitolo di “American Beauty”, indossa un abito firmato Molinari e sandali Sigerson Morrison.
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