MINORI IN RETE
Da sempre gli hacker pubblicano i dati di pedofili, spesso sostituendosi alle autorità che faticano nella lotta ai pervertiti
DOVE FALLISCE L'FBI - I pedofili si muovono e agiscono soprattutto nel deep web
(il web nascosto) e nella DarkNet, la rete segreta e illegale che gli
hacker conoscono molto bene. Quella contro la pedofilia per gli
hacktivist è dunque una missione che non è quasi mai stata accantonata:
obiettivo sbattere fuori i criminali dalla rete legale e da quella
illegale. Catturare i pedofili in rete infatti è molto difficile e
spesso nemmeno gli esperti dell'Fbi ci riescono. Così gli Anonymous si
sono autonominati giustizieri della rete e hanno scelto la strada di
pubblicare nomi e cognomi su Pastebin, il sito utilizzato per i
comunicati dai gruppi.
#OPPEDOCHAT - Quest'estate
Anonymous ha dichiarato di nuovo guerra alla pedofilia con #OpPedoChat
con un video in cui veniva spiegato come l'obiettivo fosse «ridurre se
non di eliminare questa piaga da Internet” e che “per il bene dei nostri
seguaci, per il bene dell’umanità, e per la nostra soddisfazione
personale si potrà espellere da Internet e distruggere sistematicamente
tutti questi gruppi che continuano a operare. Anonymous riconosce la
serietà di questo impegno e non si aspetta che sia completato in un
breve periodo di tempo». Risultato, sono stati pubblicati, sul sito di
riferimento PasteBin, dati che collegano indirizzi IP degli utenti dei
forum pedofili incriminati con i loro indirizzi e-mail.
OPERAZIONE CAROLE - Anche le
autorità ovviamente non rimangono con le mani in mano. Ma non sempre i
governi dispongono di denaro a sufficienza per addestrare personale e
aggiornarsi sugli ultimi sistemi di intercettazione in rete. Nonostante
le difficoltà, sempre quest'estate la maxioperazione di polizia postale
Carole condotta in 141 paesi ha portato all'arresto solo in Austria di
272 pedofili. Si tratta dalla più importante azione di polizia contro la
pedofilia informatica mai condotta in Austria e nel mondo, è vero. In
Italia sono state condotte 18 perquisizioni in varie città italiane. Le
persone denunciate risultano 20, tre delle quali in stato di arresto in
quanto in possesso di un ingente quantitativo di materiale
pedopornografico. I soggetti dei video e delle immagini sequestrati
riguardano per la maggior parte ragazzi in età adolescenziale e bambini
piccolissimi, anche sotto i 5 anni, intenti a compiere atti sessuali
espliciti con coetanei ed adulti. Le immagini sono per lo più prodotte
in paesi dell’Est e del continente asiatico. Ma si tratta di gocce nel
mare. Secondo i dati di telefono azzurro, sono 71.806 i siti segnalati
nel 2011 in 37 paesi, con 9.433 segnalazioni in più rispetto all’anno
precedente- E non solo. Il 40% dei bambini vittime ha meno di 5 anni Il
5% dei pedofili su internet è italiano.
ANCHE SU TWITTER - E così in tanti decidono di farsi giustizia da sé. Pochi giorni fa anche utenti della rete meno esperti degli hacker hanno deciso di farsi giustizia da soli e hanno iniziato a denunciare su Twitter la presenza di pedofili,
a partire dalla Gran Bretagna fino ad arrivare all'Italia. La causa a
difesa dei bambini suscita, naturalmente, istintiva simpatia, anche se i
metodi di denuncia sommari rischiano di mettere alla gogna anche
persone innocenti. Resta da vedere infatti che cosa succederà dopo la
denuncia dello stalker di Amanda T. e se le informazioni in possesso
degli hactivist si riveleranno veritiere e utili per le indagini o meno.
17 ottobre 2012 | 12:24
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