IL CASO
Nei verbali dell’inchiesta il caso della moglie
dell’assessore Visconti, dirigente da 73mila euro annui, diplomata in
ragioneria, e dell’ex terrorista Nar Francesco Bianco
di MARIA ELENA VINCENZI
L'Atac come un paese del Bengodi dove le precedenti
esperienze lavorative, le referenze, non contano nulla. E dove non
contano nemmeno il titolo di studio e, tantomeno il voto con cui quel
titolo è stato conseguito. Il caso di Barbara Pesimena, moglie
dell'assessore capitolino all'Ambiente Marco Visconti è solo uno dei 46
casi presi in considerazione dal pubblico ministero Francesco Dall'Olio
che presto chiederà il rinvio a giudizio per gli otto indagati (tra cui,
appunto Visconti). Lady Ambiente non è stata l'unica a essere assunta
con ruolo da dirigente e stipendio da 73mila euro l'anno in barba al
titolo di studio (diploma di ragioneria) e alla pregresse esperienze
professionali (segretaria in un poliambulatorio medico, responsabile
cassa di un negozio di abbigliamento e assistente amministrativa di un
negozio di telefonia). Casi ce ne sono parecchi. Si scopre cosi
dall'avviso di conclusione indagini che Francesco Bianco, l'ex Nar
assunto in Atac a 32mila euro l'anno, aveva gestito un edicola prima di
venire reimpiegato come "operatore d'ufficio autoferrotranvieri". E,
soprattutto, che all'azienda non importava nulla del suo titolo di
studio. Scrive il pm che Bianco ha affermato "di aver conseguito la
licenza media presumibilmente negli anni tra il 1974 e il 1975 a Roma in
scuole medie statali di cui non ricorda il nome e la via".
Evidentemente l'azienda lo voleva a tutti i costi. Ecco perché chiude un
occhio sul fatto che l'ex estremista non presenti il certificato penale
("dal quale si evince invece che lo stesso risultava gravato da numerosi precedenti", spiega il magistrato) ma si
limiti ad allegare i carichi pendenti e un'autocertificazione in cui,
invece di indicare i suoi precedenti, dichiara "di aver estinto
completamente il suo debito con la legge".
La moglie dell'assessore e l'ex Nar sono in buona compagnia. Accanto a quelli come Barbara Pesimena e Loredana Adiutori (ex segretaria dell'assessore Marchi, 100mila euro l'anno, ruolo da dirigente e un diploma magistrale) alle quali il colloquio non viene nemmeno fatto, ce ne sono altri che, scrivono i carabinieri del nucleo investigativo nell'informativa del 5 maggio, dicono di aver fatto una selezione, della quale non resta alcuna prova. Non c'è da stupirsi, dunque, se Fabio Giangreco, descritto dall'agenzia interinale Praxi come "persona giovane e inesperta da utilizzare in compiti di taglio elementare, non amante dello studio, senza esperienza strutturata e con profilo di personalità in fase di maturazione", viene assunto come "collaboratore d'ufficio" a 32mila euro l'anno, nonostante la sua unica esperienza professionale fosse durata 4 mesi nell'azienda metalmeccanica di una parente e il suo diploma di ragioneria fosse stato conseguito con il minimo dei voti. Nessuna meraviglia nemmeno se Claudia Manetta in Atac specialista tecnico amministrativo vanti un diploma da stilista di moda e, un curriculum in cui figura l'incarico da direttore di sala in un music pub, la responsabile di un negozio di maglieria e, ovviamente, la segretaria politica. O se Marco Bernardini, sindaco di Montelibretti, viene ritenuto il 10 luglio 2008 "non idoneo" e poi, appena due mesi dopo, firma il contratto.
(01 ottobre 2012)
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